Angioplastiche in biforcazione
La tecnica più frequentemente utilizzata per il trattamento delle stenosi in biforcazione privilegia la branca principale, su cui viene posizionato lo stent e preserva il laterale che viene gestito con dilatazione semplice (Provisional stent). L’utilizzo e l’applicazione corretta delle nuove tecniche associata all’introduzione di stent dedicati permette il trattamento delle stenosi in biforcazione con importanti rami laterali con stent su entrambe le branche di biforcazione con elevata efficacia e sicurezza delle procedure.
LA MIA ESPERIENZA di trattamento di lesioni coronariche con angioplastiche in biforcazione con stent su entrambe le branche supera i 400 casi. Nel corso dell’ultimo decennio ho affinato e messo a punto tutte le tecniche di Angioplastica in biforcazione estendendo l’indicazione allo stenting di entrambe le branche di biforcazione in un cospicuo numero di casi (tecniche più utilizzate: Minicrush, Culotte, T stent, V stent).
Figura – Differenti tecniche di trattamento delle lesioni coronariche in biforcazione. A-B-C Trattamento di lesione coronarica in biforcazione con un singolo stent. D-E-F-G Trattamento di lesione coronarica in biforcazione con tecnica di due stent (rispettivamente, “culotte technique”, “crush technique”, “T stenting technique”, “V stent technique”).
Figura – Stent dedicato per biforcazione e metodo di impianto.
Di seguito alcuni esempi della mia/nostra casistica di trattamento di lesioni in biforcazione con impianto di due stent con differenti tecniche.
Figura – Lesione critica di a.interventricolare anteriore in biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato (freccia azzurra in A), trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “culotte” (DES 3.5/20 mm su a.interventricolare anteriore e DES 3.5/16 mm su ramo diagonale, freccia azzurra in B mostra risultato finale).
Figura – Lesione critica di a.circonflessa in biforcazione con ramo marginale ben sviluppato (freccia azzurra in A), trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “culotte” (DES 3.5/22 mm su a.circonflessa e DES 3.5/18 mm su ramo marginale, freccia azzurra in B mostra risultato finale).
Figura – Lesione critica lunga di a.interventricolare anteriore coinvolgente la biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato, trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “minicrush” (DES 3.0/28 mm su a.interventricolare anteriore e DES 2.5/23 mm su ramo diagonale, freccia azzurra mostra prima e dopo il trattamento).
Figura – Lesione critica di a.interventricolare anteriore in biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato, trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “minicrush” (DES 2.75/15 mm su a.interventricolare anteriore e DES 2.5/15 mm su ramo diagonale; la freccia azzurra mostra prima e dopo il trattamento).
Figura – Lesione critica di a.interventricolare anteriore in biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato, trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “minicrush” (DES 3.0/28 mm su a.interventricolare anteriore e DES 2.25/12 mm su ramo diagonale; in A-B-C-D la freccia azzurra mostra la lesione critica di a. interventricolare anteriore prima del trattamento in diverse proiezioni angiografiche; in E-F-G-H la freccia azzurra mostra la lesione dopo il trattamento).
Figura – Lesione critica di a.interventricolare anteriore in biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato, trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “V stent” (DES 3.0/23 mm su a.interventricolare anteriore e DES 2.5/23 mm su ramo diagonale; in A-B la freccia azzurra indica la lesione prima del trattamento; in C-D la freccia azzurra indica la lesione dopo il trattamento).
Figura – Lesione di a.interventricolare anteriore in biforcazione con ramo diagonale ben sviluppato, trattata con PCI ed impianto di due stent medicati con tecnica “culotte” (DES 3.0/23 mm su a.interventricolare anteriore e DES 2.5/15 mm su ramo diagonale; la freccia azzurra mostra la lesione prima e dopo il trattamento).