Angioplastica negli aneurismi coronarici
Gli aneurismi coronarici sono malattie piuttosto rare e la loro storia naturale poco conosciuta. Esiste la possibilità di trattamento percutaneo soprattutto nei casi in cui essi siano associati a stenosi coronariche.
LA MIA ESPERIENZA a riguardo è di circa 25-30 casi, la maggior parte associata alla presenza di stenosi grave; in alcuni casi il trattamento è stato necessario per la documentata tendenza alla trombosi. Abbiamo sempre utilizzato stent di tipo ricoperto (PTFE o Pericardio); talvolta è stato necessario associare un secondo stent a rilascio di farmaco per il trattamento della stenosi sopra o sottostante. Abbiamo avuto successo clinico di tutti i casi e totale assenza di complicanze. Il follow-up è stato molto buono.
Di seguito alcuni casi di aneurismi coronarici dalla mia/nostra casistica.
Figura – esempio di aneurisma coronarico circoscritto associato a stenosi coronarica in malattia coronarica aterosclerotica.
Figura – esempi di aneurisma coronarico gigante in malattia coronarica ectasiante diffusa.
Figura – esempio di aneurisma coronarico di a.interventricolare anteriore, associato a stenosi coronarica critica determinante sindrome coronarica acuta, trattato con impianto di stent ricoperto, con buon risultato angiografico finale (esclusione dell’aneurisma); caso clinico accettato per presentazione orale al congresso JIM 2015 (Roma, 12-14 Febbraio 2015) ed al congresso EUROPCR 2015 (Parigi, 19-22 Maggio 2015). Per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo “Coronary Artery Aneurysm and Acute Coronary Syndrome”.
Cenni sugli Aneurismi Coronarici
L’aneurisma coronarico è una malattia non comune, che si può trovare in una percentuale che va dal 1,5 al 4,9 % dei pazienti che vengono sottoposti a coronarografia.
L’aneurisma coronarico è definito da una dilatazione abnorme e localizzata di una o più delle arterie coronariche che raggiunge un valore di diametro di almeno 1,5 volte rispetto al vaso più grosso di riferimento del paziente.
In almeno la metà dei casi è associato a malattia aterosclerotica.
In altri casi può essere associato ad altre malattie, fra cui malattia di Kawasaki (malattia ad insorgenza infantile ad origine verosimilmente tossinfettiva) e malattie del tessuto connettivo; in altri casi invece può essere di tipo congenito, traumatico, o infettivo.
L’arteria coronaria destra è in genere quella più coinvolta, ed il sesso maschile quello più colpito.
L’aneurisma coronarico è nella maggior parte dei casi asintomatico e viene scoperto per caso durante l’esecuzione di una coronarografia; in alcuni casi invece si può presentare con sintomi di angina o infarto miocardico, in altri infine i sintomi possono essere correlati a potenziali complicanze, che includono sindrome coronarica acuta, formazione di trombo all’interno dell’aneurisma ed embolizzazione, rottura (rara, ma comune nella malattia Kawasaki, e potenzialmente fatale) e vasospasmo.
La storia naturale e la prognosi dell’aneurisma coronarico rimane ancora oscura per il fatto che la malattia non è molto comune e che quindi i trattamenti non vengano applicati su grossi numeri di pazienti; pertanto, il trattamento più appropriato rappresenta tutt’oggi una sfida.
I trattamenti disponibili sono di tre tipi: terapia medica, chirurgica e trattamento percutaneo.
Per quanto riguarda gli aneurismi coronarici associati ad aterosclerosi, che rappresentano i casi più comuni ed anche quelli associati ad andamento clinico più sfavorevole, si ritiene che un trattamento di correzione venga richiesto sulla base della severità della stenosi coronarica associata all’aneurisma ed ai sintomi clinici.
Nei casi asintomatici in genere la terapia più indicata è quella farmacologica; in questo caso, farmaci che rendano più fluido il sangue (come terapia antiaggregante o anticoagulante) sono indicati per prevenire possibili complicanze quali trombosi ed embolizzazione.
Nei casi invece dove l’aneurisma coronarico sia associato ad una stenosi coronarica significativa e dove questa abbia già dato dei sintomi clinici, è indicato un trattamento di esclusione dell’aneurisma; fino a pochi anni fa l’unica strada che permetteva questo era quella chirurgica, negli ultimi anni invece sono sempre più numerosi i casi di aneurisma coronarico trattati mediante trattamento percutaneo; in questo caso è possibile escludere l’aneurisma mediante l’impianto di uno stent cosiddetto “ricoperto”, che permette da un lato di trattare la stenosi coronarica mantenendo dilatata la coronaria, dall’altro di escludere la parte aneurismatica, così da evitare la possibilità di complicazioni a questo correlate.